Benessere

Coronavirus, test e vaccino

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Vaccini anti Covid-19

L’obiettivo della campagna di vaccinazione della popolazione è prevenire le morti da COVID19 e raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il SARS-CoV2. La campagna è partita il 27 dicembre in forma dimostrativa in Italia ed Europa con il vaccine day e in modo effettivo il 31 dicembre 2020, dopo l’approvazione da parte dell’ EMA (European Medicines Agency) del primo vaccino anti COVID19. Dopo una fase iniziale, che dovrà essere limitata, per il numero di dosi consegnate, essa si svilupperà in continuo crescendo secondo il Piano strategico approvato dal Parlamento il 2 dicembre 2020. I vaccini saranno offerti gratuitamente a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità, che tiene conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità

Consulta Piano strategico vaccini anti Covid19 

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Studio, vaccino Pfizer efficace con la variante inglese ma preoccupano altre

La vaccinazione parziale e la successiva infezione, precisa l’Aifa, “non precludono un eventuale richiamo della vaccinazione anti COVID19 nel futuro, se i dati sulla durata della protezione immunitaria indicheranno questa necessità“. 

Vaia, variante inglese? Più contagiosa ma non più letale

«Non so su quali basi scientifiche poggi questa sua affermazione. I virus mutano. Oggi tutti i dati scientifici dicono che la variante potrebbe dare maggiore contagiosità ma non maggiore patogenicità». Lo ha detto il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia a Tg2Post, interpellato sulle parole del premier britannico Boris Johnson sulla maggiore letalità della variante inglese

Numeri vaccini per regione

Le dosi consegnate alle singole regioni, quelle somministrate e la percentuale sul totale. Il dato è fornito anche in rapporto al numero di abitanti. Per essere vaccinati servono due dosi a distanza di 21 giorni per Pfizer, 28 per Moderna 

PER RITARDO FORNITURE DEI VACCINI LE PRENOTAZIONI PER GLI OVER 80 SONO POSTICIPATE AL 1° FEBBRAIO 202

Da lunedì 1° febbraio le persone con età pari o superiore ad 80 anni potranno prenotare il proprio vaccino anti Covid sul portale SaluteLazio, sarà sufficiente il codice fiscale. 

Si potrà scegliere uno dei punti di somministrazione diffusi sul territorio regionale: con la prenotazione del vaccino, in base alla fascia oraria disponibile, sarà automaticamente prenotata anche la seconda dose, sempre nel medesimo punto di somministrazione

Le somministrazioni potranno essere eseguite a partire dall’8 febbraio

L‘accesso ai punti vaccinali avverrà solo con il codice di prenotazione: 

è fortemente sconsigliato recarsi ai punti vaccinali senza la prenotazione

In alternativa, sempre dal 1° febbraio, sarà possibile rivolgersi al proprio Medico di Medicina Generale (MMG) per la vaccinazione: in questo caso, la prenotazione sarà gestita direttamente dal medico e la somministrazione avverrà presso lo studio del medico o studi aggregati. Il vaccino verrà distribuito ai medici di medicina generale che aderiscono alla campagna vaccinale attraverso i 20 Hub ospedalieri in grado di garantirne la “catena del freddo”. 

L’adesione alla vaccinazione è libera e volontaria

Test salivari: a che punto siamo?

Nessun test rapido antigene salivare è al momento in uso nel nostro Paese per intercettare la positività al coronavirus . Detto ciò, non è da escludere che un’offerta di questo tipo possa diventare disponibile in un arco di tempo ristretto. La saliva è infatti considerata un campione diagnostico ideale per eseguire la ricerca del virus più facile da raccogliere rispetto al tampone nasofaringeo e al lavaggio broncoalveolare e può essere utilizzata con sistemi veloci e già disponibili. Quanto alla sensibilità , gli scienziati hanno analizzato campioni salivari di 164 pazienti per poi metterli a confronto con altrettanti tamponi nasofaringei . Dalla comparazione dei dati, pubblicati sulla rivista Viruses, è emerso «un elevatissimo grado di concordanza», afferma Maria Rosaria Capobianchi, a capo del laboratorio di virologia dello Spallanzani. «Sia la quantità sia la durata di rilascio del virus si sono mostrati sovrapponibili, nella saliva e nel tampone». Idem dicasi nel confronto con il lavaggio broncoalveolare, a cui vengono sottoposti i pazienti intubati (nel loro caso, il virus può non essere più rintracciabile nelle vie aeree superiori). Ciò vuol dire che, a differenza di quanto accade in caso di positività a un test antigenico, un’indagine di questo tipo è sufficiente a certificare il contagio e non richiede la conferma del tampone.